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Sergio d’Alesio: Senza perdere il contatto con la musicoterapia, qui aprirei una ricca parentesi dedicata al suo rapporto con la word music. Nel suo catalogo ci sono varie opere interessanti in tema, sia sacrali che etniche.

Il Cd I Suoni Curativi dei Popoli di Dio, allegato al libro God’s Light, è interamente plasmato dalla ricerca del trascendente esaminata in epoche lontane o a noi più vicine, animate dal suo naturale trasporto per la musica del Tibet, l’India, l’emisfero tribale degli aborigeni australiani, i nativi americani, il mondo fatato dei druidi irlandesi, il sufismo islamico e i griot africani. 6

Al di là del significato mistico, questa musica tramandata oralmente da migliaia di anni, a suo avviso possiede una capacità curativa assoluta o è semplicemente un retaggio archetipo tradizionale sposato alle singole culture del pianeta?

Capitanata: I medici dell’antica India erano consapevoli che la musica svolgeva un ruolo vitale per la salute. Nella medicina Yogica, il “suono non udibile” viene chiamato “Naam” o “la Corrente Sonora Celeste”.

Diventa udibile all’adepto che ha allenato il suo apparato sensoriale ad un alto livello di sensibilità. In realtà questo suono non appartiene all’udito delle due orecchie, ma è un udire trascendentale della coscienza che avviene attraverso l’interazione e la sintonizzazione del campo elettromagnetico individuale con il campo elettromagnetico del cosmo.

Non è limitato al cervello, anche se le sue attività si manifestano nella chimica del cervello. La relazione tra mente individuale e “mente universale” è vista come la matrice che porta la nostra vita ad una continuità simbiotica con la vita del cosmo.

La Medicina Yogica, e particolarmente le tecniche antiche del Kundalini Yoga tanto care anche a Carl Gustav Jung, possono aiutarci a stimolare l’approccio con tale esperienza personale.

In questo universo possiamo presumere che esista una continuità tra il microcosmo e il macrocosmo, tra l’udibile e il non udibile. Quello che il nostro apparato sensoriale ci indica come esistente è per definizione il limite “conosciuto” del nostro universo.

Su questa base, l’audiolibro God’s Light – I Suoni Curativi dei Popoli di Dio prende corpo attraverso le mie ricerche sulla musica world. Il progetto è plasmato da un comune denominatore che, sin dall’inizio dei tempi, visualizza il desiderio di ogni popolo del pianeta Terra di rapportarsi attraverso i suoni e le armonie alla cosiddetta corrente celeste o meglio al suono non udibile dell’universo e quindi alla luce di Dio creatore di tutte le cose.

È stata un’esperienza fantastica condivisa insieme a lei che ha curato il bellissimo libro. Il Cd I Suoni Curativi dei Popoli di Dio, è un mutevole mosaico dalle atmosfere world/ambient perfettamente bilanciate fra loro espresse in gran parte attraverso gli strumenti originali di ogni cultura come, ad esempio, il sitar e le tablas dell’India, il didgeridoo australiano, i mantra vocali tibetani, il violino cinese erhu e il flauto di cedro rosso dei nativi americani Hopi dell’Arizona.

Era mia intenzione che il sound generale e particolare dell’opera rispecchiasse esattamente nei minimi particolari lo spirito emotivo originale dei popoli antichi. Al di là dei contenuti letterari spirituali del libro, il fine ultimo delle sonorità incluse nel Cd è quello di permettere alle emozioni di ripulirsi e di trasformarsi, lasciando spazio ad un’unica emozione, quella dell’Amore.

Essendo invocazioni al Trascendente, di fatto, le melodie e gli elementi etnici dei popoli sono dai lei descritti nelle tredici storie ambientate in epoche differenti incluse nel libro: parallelamente nel Cd rafforzano la propria energia emotiva e si trasformano in veri e propri strumenti sonori curativi atti a favorire il benessere psicofisico dell’ascoltatore.

Rispecchiando i luoghi topici del pianeta, le tredici tracce svelano in profondità come, di millennio in millennio, secolo dopo secolo, la ricerca del Trascendente abbia plasmato le fedi religiose d’ogni popolo apparso sulla Terra.

Questa esperienza unica è stata raggiunta e sviluppata in studio di registrazione, solo grazie ad una creativa e complessa interazione fra gli antichi strumenti di culture ed epoche differenti e la tecnologia digitale contemporanea insieme a importanti musicisti internazionali, esponenti e rinomati portavoce dei popoli direttamente coinvolti nel progetto.

Il cast artistico è imponente, ma sono orgoglioso di citarlo per esteso. Oltre al mio contributo strumentale personale, strutturato con partiture ed interventi di grand piano, tastiere, sintetizzatori, didgeridoo, flauti, nay, quanum e sonagliera berbera, i brani del Cd sono arricchiti dal contributo vocale dell’irlandese Sharon McCormack, vari musicisti indiani come il sitarista Sri Hariprasad Shastry, la vocalist Deva Raja e il tablista Ravin, l’artista cinese Man-Keung virtuoso di erhu, i tibetani Lama Gorkha e i Tibetan Lama’s, il coro dei Gregorian, il vocalist turco Timur Say, le ritmiche e i cori africani di Hearth of Earth & Maalix e il flauto e le coralità di ChoChokpi e Cha’tima dei nativi americani Hopi.

Personalmente, sono orgoglioso di questa produzione e, grazie al suo significato universale, spero che verrà riscoperta in progressione, di stagione in stagione, da molti dei miei più fedeli ascoltatori.

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