Sergio d’Alesio: Sempre in tema di world music, vorrei anche chiederle una ponderata opinione sull’effetto benefico riguardo la recitazione dei mantra dell’India che, sin dai primi anni ‘60 ai giorni nostri, ha profondamente coinvolto milioni di persone negli ashrams di Rishikesh nello stato federato dell’Uttarakhand dell’India settentrionale.
Luoghi di ritiro e meditazione poi sorti spontaneamente o trapiantati anche in molti paesi occidentali. In particolare, cito anche il suo personale coinvolgimento nella registrazione del Cd In the Garden of George Harrison allegato all’audiolibro My Sweet Lord: la Via della Spiritualità…
Capitanata: È da anni che approfondisco i benefici dei Mantra Indiani. Oggi alcuni biologi studiano l’epigenetica e insegnano quello che i testi sacri Veda recitano da migliaia di anni…
Un nuovo ramo della scienza medica, l’epigenetica, sostiene che il nostro DNA funziona come un’antenna che emette e riceve frequenze.
I circa 1000 miliardi di cellule del nostro corpo non solo comunicano fra di esse, ma allo stesso tempo scambiano continuamente informazioni con il mondo esterno.
Questa spiegazione dell’epigenetica ci stimola a vivere la nostra vita con un nuovo senso di libertà e di consapevolezza. Quindi, in realtà, siamo noi stessi ad avere in mano il destino della nostra salute.
Oggi anche l’ala scientifica più evoluta dell’epigenetica concorda con la visione dei grandi mistici vissuti in India migliaia di anni fa. Il principio sul quale ruota questo concetto puntualizza che non esiste la materia solida e rigida, tutto vibra ed è in movimento. Tutto si muove però a velocità differenti. Niente è statico. Mai.
Ogni oggetto è composto da atomi, a loro volta composti da particelle infinitesimali che possono manifestarsi come corpuscoli o onde, cioè vibrazioni. Infatti l’energia che compone la materia si manifesta talvolta come onde e altrove come particelle. i Mantra sanscriti agiscono sulle onde che poi diventano forma e intervengono sulle forme comunicando loro, di volta in volta, nuovi messaggi.
I Mantra agiscono sulla struttura intima delle cellule. Attraverso l’ascolto, i Mantra formano e informano l’energia, sia quella invisibile sia quella visibile, che comunemente chiamiamo materia.
Ascoltare i mantra armonizza l’equilibrio dei Chakra, i centri energetici del nostro essere, e permette all’energia vitale, Kundalini, di scorrere liberamente in ogni cellula.
Studi, ricerche e sperimentazioni reiterate nelle università dell’India e degli Stati Uniti hanno dimostrato scientificamente che la recitazione quotidiana dei Mantra in lingua originale sanscrito risvegliano i centri dormienti del cervello ed hanno profondi effetti positivi, sia psicologici che fisiologici.
I Mantra, ascoltati e ripetuti regolarmente, cambiano gradualmente tutte le cellule del corpo; hanno una grande influenza anche su luoghi ed oggetti.
In India i mantra sono un antichissimo linguaggio spirituale risalente a più di 5000 anni fa. È chiamato Devanagar, cioè la lingua parlata nelle terre (nagar) dei Deva (gli esseri di luce che vivono in altri pianeti).
Il mio interesse per i mantra è iniziato prestissimo. Esattamente all’età di 13 anni quando ascoltavo per radio una trasmissione chiamata Per Voi Giovani presentata da Paolo Giaccio e Carlo Massarini.
In questa interessante rubrica radiofonica ogni settimana c’era uno spazio dedicato al mondo della spiritualità, all’epoca presentato da un giovanissimo Claudio Rocchi che, sull’onda dei Beatles, presentava musiche indiane e mantra che destavano un notevole interesse, soprattutto, fra le nuove generazioni.
Alla fine degli anni novanta ho incontrato il filosofo Giorgio Cerquetti amico di Claudio Rocchi, entrambi coinvolti e accomunati nell’esperienza denominata “Istituto Internazionale per la Coscienza di Krishna”.
Con Giorgio Cerquetti abbiamo poi realizzato diversi CD approfondendo il tema dei Mantra che hanno ricevuto consensi e apprezzamenti. Tutte queste esperienze sono poi sbocciate come un autentico peepal (l’albero di lungo corso che prospera in India ndr.) nell’audiolibro My Sweet Lord: la Via della Spiritualità dedicato a George Harrison.
Lui è sicuramente l’artista che ha stimolato l’interesse del pubblico internazionale nei confronti dei mantra dell’India, influenzando gli stessi Beatles, ma anche ricercatori, medici, scienziati, filosofi, sociologhi e molteplici generazioni di fans.
Sinceramente, ero animato dal desiderio di ringraziare e rendere omaggio a questo grande artista che, fin dall’adolescenza, mi ha nutrito in particolare modo con i suoi progetti musicali dedicati alla sonorità mistiche dell’India.
Quando ho letto la prima stesura del suo libro che traccia il percorso della vita spirituale del Quiet One, ho immediatamente avvertito la necessità d’interagire con questo progetto, assemblando un cast artistico internazionale in grado di creare delle atmosfere mistiche a lui care che fossero in grado di riflettere la sua complessa e variegata personalità di uomo, artista e compositore.
Oltre ad essere un tributo alla sua vita, i dieci brani del Cd allegato In the Garden Of George Harrison sono interpretati da artisti di etnie e nazionalità completamente differenti come Deva Raja, Swami, Hariprasad, Capitanata e Thea Crudi.
I suoni del sitar e del flauto, le atmosfere mistiche e i canti devozionali del Cd sono un funzionale supporto per la meditazione, lo yoga e tutte le terapie olistiche. Ciò, a mio avviso, riflette perfettamente quello che, sin dai primi anni ‘70 sino agli ultimi giorni della sua esistenza, George Harrison ha prodotto, composto e registrato insieme a grandi artisti dell’India come Ravi Shankar ed altri, per diffondere momenti di spiritualità e pace mentale attraverso suoni e mantra.
I suoni della natura inclusi nel Cd sono stati registrati nei luoghi dove George Harrison andava spesso a meditare e ritemprarsi: al Sun Temple (situato nello stato dell’Orissa in India, vicino alla sacra città di Puri, il tempio dedicato a “Surya” dio sole), a Rishikesh, a Benares e sulle rive del Gange.
Così testimonia un portavoce della International Society of Krishna Consciousness di New Delhi asserendo: “Per volontà dell’artista le sue ceneri sono state disperse ad Allahabad, una località di grandissima importanza nella religione induista posto alla confluenza dei fiumi Gange e Yamuna in prossimità delle acque divine del Saraswati uno dei quattro siti sacri dell’India (Allahabad, Haridwar, Ujjain e Nashik ndr.), dove a rotazione ogni tre anni, si svolge la Kumbh Mela la festa religiosa più grande del mondo destinata ad accogliere anche cento milioni di fedeli hindu”.